L’impatto dell’informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea, il World Wide Web
Cosa è il punto? Il postulato su cui si basa la geometria euclidea ci dice che “il punto è non misurabile”. Se provassimo ad ingrandirlo, creando quindi un corto circuito nel sistema, lo potremmo misurare suddividendolo in triangoli.
Lo stesso punto però può avere altri significati: un numero (0), una lettera (o), un suono, una proiezione ecc. In sintesi il punto è un dato, un simbolo di un linguaggio specifico.
Possiamo dare una nuova nostra definizione: “le cose vanno chiamate per creare un linguaggio”.
Il dato è soggetto ad innumerevoli convenzioni, un accordo su un insieme di regole.
Il dato è la codifica di un linguaggio e l’applicazione di una convenzione ad un dato è l’informazione: Dato (0) -> Convenzione (numerica) -> Info (zero).
In informatica non esistono dati ma solo informazioni, informare è modellare (i dati) secondo una forma.
In conclusione “il prendere forma dell’informazione è modellazione, ossia creazione di modelli, interpretazione dinamica” (foglio elettronico, what…if).
Grazie agli ausili tecnologici, oggi vediamo di più la realtà: Augmented Reality è la sovrapposizione di un layer informativo ad un layer reale. Il tutto diventa una miscela esplosiva con l’aggiunta della georeferenzialità (in questo momento, in questo luogo): da qui inizia il valore economico dell’informazione.
Il sociologo Alvin Toffler nel 1980 con la Terza Ondata divide la storia in tre ondate:
prima ondata dell’agricoltura: dal neolitico all’era industriale (macchina a vapore 1814); seconda ondata dell’era industriale, fino al 1956, quando per la prima volta in America gli agricoltori sono al 49% mentre il settore terziario al 51%); terza ondata dell’informazione, dal 1956 in poi, si comunica con chiunque da ovunque.
Nelle tre ondate vediamo cambiare la figura dei ricchi, da latifondisti ad industriali, infine a produttori di informazione. Impressionante è il cambio di percentuale dei parametri di agricoltura, meccanica, informazione nelle varie fasi: prima ondata 97–2–1; seconda ondata 60–30-10; terza ondata 10-40-50.
Quando compriamo i datteri al supermercato, acquistiamo un bene fatto per lo più di informazione (pubblicità, tessera): siamo passati da un prodotto iper-oggettivo standardizzato (Ford T) ad uno iper-soggettivo (Smart) dove noi diventiamo fabbricanti tramite la personalizzazione.
Ora proviamo a chiedere all’architettura “cosa sei o cosa vuoi essere?”
Il palazzo Farnese avrebbe risposto “esisto in quanto rappresento”, mentre nel 1920 il Bauhaus “esisto in quanto funziono”, adesso il museo Bilbao risponderebbe “esisto in quanto informo”.
Oggi diamo per scontato che una architettura sia funzionante, ma il suo plusvalore è nella capacità di scrivere una storia, di generare sensazioni.
Nasce il concetto marsupiale dell’informazione, da una parte emana informazioni, dall’altra si utilizza il valore dell’informazione per veicolare quello che faccio (lo strumento influenza l’obbiettivo). Non serve più parlare in modo oggettivo tecnico, oggi parliamo per figure retoriche (ci si avvicina di più ad un ragionamento informatico): operazioni sintetiche che obbligano a dei salti logici che non portano ad una visione univoca, ma lasciano un margine di interpretazione.
Modernità è mettere a sistema. Se nel sistema entra un elemento nuovo, bisogna operare uno sforzo di “rimettere a sistema”. Se gli elementi sono troppo forti, si crea un nuovo sistema.
Analizziamo storicamente i frammenti che porteranno il salto in un nuovo sistema:
– A cavallo della rivoluzione francese, in contrapposizione al barocco e rococò, arriva una generazione di architetti che teorizzano una architettura basata su solidi puri (Boullee, Durand)
– Nei politecnici classificano gli edifici, l’architettura sviluppa una sistematizzazione del progetto inquadrandolo in tipologie, una serie di tipi che possono essere assemblati velocemente secondo regole
– La rete ferroviaria diventa importante e porta con sé la costruzione di ponti, gallerie e stazioni. Nasce una nuova professione, l’ingegnere, che applica il metodo scientifico all’invenzione
– Si inventano nuovi materiali, cemento armato, e se ne usano nuovi, ferro e vetro, insieme a nuove tecniche costruttive: il balloon frame.
– Il grande incendio di Chicago, permise alla città di costruire i primi grattacieli con ascensori e struttura puntiforme
– In Gran Bretagna si ha un ripensamento di fronte all’avvento della macchina, William Morris con Arts and Crafts propone un ritorno all’artigianato e una riscoperta del medioevo, pensiero condiviso dai decadentisti. Il mattone diventa il simbolo per criticare il sistema di montaggio
– A fine 800 l’Art Nouveau usa elementi industriali, ferro, ma con forme che riportano vagamente alla natura. Grazie al colonialismo lo stile si diffuse nel resto del mondo.
– La stazione fa scontrare i due mondi, architettura e ingegneria: con una facciata perbenista ed un interno macchinista.
L’elemento catalizzatore che mette a sistema tutto è il pensiero artistico letterario e figurativo. La velocità diventa l’elemento caratterizzante della nuova Parigi, i pittori entrano in crisi perché è nato un nuovo modo di guardare dovuto anche alla nascita della fotografia: nasce la pittura impressionista.
Con Cezanne si ha il punto di rottura che porterà al nuovo paradigma.
A Cezanne interessano le forme pure e primitive, ma le vuole coniugare con l’idea di frammentarietà che era sorta in quel periodo. Dipinge decine di volte lo stesso soggetto per unire la logica analitica delle forme primarie con l’estrazione delle parti, distrugge la prospettiva per rendere autonoma ogni cosa.
Parole chiave della sua pittura sono: astratto, frammentario, analitico, elementi che interesseranno anche una nuova architettura, quella funzionalista della scuola Bauhaus di Walter Gropius.
Il Bauhaus nasce come scuola di arti e mestieri nella città universitaria di Weimar, ma diviene ben presto una scuola di interpretazione intellettuale. Il direttore, Walter Gropius, convoca i migliori rappresentanti di ogni campo a Dessau.
L’avanguardia del Bauhaus segna l’avvento di una nuova estetica: la costruzione è basata su un sistema discontinuo, svincolato dalla morfologia urbana, scavalca letteralmente l’isolato, ignorando l’asse stradale con la sua accelerazione centripeta assimilabile a quella di un’elica. Lo studio è rivolto a un’idea aperta di città e non si parte da un tipo predeterminato, ma dalle funzioni.
Gropius rifiuta categoricamente di costruire la scuola come se fosse una cattedrale, non agisce dall’alto per introdurre i contenuti, rovescia anzi il processo facendolo diventare un processo dal basso verso l’alto: form follows function.
Catalizzatore del processo di Gropius è la trasparenza, che sfrutta la costruzione per punti, opposta alla continuità della muratura lapidea medievale.Il vetro, ampiamente impiegato per le facciate, rivela l’interno.Gli elementi costruttivi perdono la loro essenza tradizionale e con essa anche il loro nome: la finestra diventa asola, il tetto diventa copertura, il muro continuo viene sostituito dai pilastri.