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Titolo: La carta di Zurigo (Eisenman – De Kerckhove – Saggio)

Autore: Barzon Furio
Editore: Testo & Immagine
Collana: Universale di architettura
Sezione: La Rivoluzione Informatica

La carta di Zurigo è il risultato di un ampio dibattito sui temi delle nuove tecnologie digitali avvenuto l’11 Aprile del 2000 all’ETH di Zurigo alla presentazione della collana “Rivolizione informatica” di cui il libro fa parte.
L’autore, Furio Barzon, sin dall’inizio attribuisce al testo un valore fondamentale, “un germe per la creazione di una mappa operativa per gli architetti di domani” e sintetizza subito l’esito del confronto che vede come attori principali Peter Eisenman, Derrik De Kerckhove e Antonino Saggio, a cui darà singolarmente ampio spazio.
La carta di Zurigo, lungi dall’essere un manifesto dogmatico e ideologico, propone la lettura delle realtà e delle crisi come linee guida per il concepimento delle idee e delle ipotesi del lavoro progettuale: le regole del mondo creano una cosiddetta struttura aperta, anche detta matrice.

Marcos Novak, Echinoderm 2002
La matrice programmatica che viene fuori dalla discussione sulla “Nuova Realtà”, come la definisce in apertura Gerhard Schmmitt, è composta da nove punti: la giungla(1), visione tattile(2), nuovi algoritmi(3), modelli informatici(4), spazio virtuale(5), trasgressione(6), interattività(7), interconnessione dinamica(8), total sorrounding(9).
Il nuovo mondo, quello odierno, è un posto ancora inesplorato e la qualità delle relazioni tra architettura e questa nuova natura senza confini prestabiliti è da riesaminare. La mancanza di punti di riferimento(1), la mancanza di dialettica, secondo Peter Eisenman, provoca una serie di problemi soprattutto in termini di valore (ad esempio la determinazione dell’originale dalla copia) e il bisogno di una matrice critica per la valutazione oggettiva, differente da quella delle epoche passate.

Digital-all Studio, Ammar Eloueini-Céline Parmentier
Attingere alle varie scienze per modificare e trasformare la natura dell’architettura attraverso la sperimentazione(6) è necessario, ma non sufficiente: sta all’architetto di oggi costruire i propri strumenti “capaci di produrre i complessi ambienti necessari alla nostra attuale condizione”(3).
Oggi non operiamo più con solo due spazi, mentale e fisico, ma con un terzo, il cyberspace, che è un vero sostituto della realtà(5), totalmente immersivo(9).

Ian+, New Tomhiro Museum
Derrik De Kerckhove esamina attentamente l’evoluzione del linguaggio e della percezione connessa all’attività cognitiva, fino ad arrivare alla conclusione che con l’attuale realtà virtuale ci vogliamo riappropriare dei sensi, ovvero ci stiamo spostando da una modalità visuale ad una tattile(2). Se il linguaggio ha creato la mente privata e la televisione, la mente collettiva, internet, attraverso il “clic” collega le menti private tra loro.

Eth, Istituto di Neuroinformatica, 2002
Antonino Saggio ne dà conferma affermando che  “il centro della rivoluzione informatica” è “la capacità degli atomi informativi di essere interconnessi”(8). Parallelamente al ragionamento di Eisenman, si deve guardare all’interno della struttura elettronica-informatica, che presenta modelli modificabili e riplasmabili(4), per poi tradurne le caratteristiche in architettura. Per Saggio l’elemento necessario è l’interattività(7) e va oltre, descrive l’interattività emotiva: una architettura che inter-reagisce, che si adatta ai desideri degli utenti ed è “capace di narrare storie aperte”.

Eric Van Egeerat, Eth World
Il testo affronta in maniera pesata varie tematiche (linguaggio, architettura, percezione, società, etc) e le connette tra loro, creando un percoso visivo e mentale di concetti, seppur complessi, di facile assimilazione grazie alla sua struttura “ipertestuale” e alle immagini.
Sebbene redatto nel 2000, risulta attualissimo ed è una lettura accessibile a tutti, necessaria alla comprensione dell’epoca in cui stiamo vivendo.