Ciclo VI

Foglio Elettronico – Database e GIS – Evoluzione del Modello

Riflettiamo su quanto i nostri modelli architettonici tendono ad assomigliare sempre più ai modelli informatici. C’è una corrispondenza incrociata, una sorta di nastro di Moebius, tra strumento e architettura.

Quali sono le potenzialità del foglio elettronico?
– il risultato è indipendente dal contenuto, come nelle funzioni matematiche.
– il risultato può diventare input di un nuovo processo di calcolo.
– Si può ramificare il processo, creando un albero di relazioni dinamiche e interconnesse. E’ possibile modificare le informazioni in maniera dinamica.
– Il sistema è gerarchico e le ripercussioni delle modifiche avvengono a valle, non a monte, del processo.
– Al cambiare del dato, il modello non cambia.

La forza intrinseca a questo modello è quella di non essere deterministico, e quindi di scardinare la logica IF THEN. Tale logica è tipica dei modelli statici, ovvero quei modelli basati su operazioni empiriche dalla soluzione univoca. Se inserisci un certo numero di dati allora il risultato sarà…

La logica sottesa ai modelli dinamici è al contrario definibile WHAT IF; ovvero cosa accade se inserisco certi dati e stabilisco tra loro delle relazioni o delle funzioni? E se cambio qualcosa? In definitiva, al variare di dati e relazioni verifico immediatamente i risultati anche in configurazioni estremamente complesse del modello. Lo stesso vale se al posto di dati numerici inseriamo all’interno dei records dei dati di testo che identificano delle categorie da analizzare. Infine, i dati alfanumerici possono essere interfacciati ottenendo alcuni specifici risultati, in un procedimento analogo a quello adoperato nella cartografia tematica.

Quinto fondamentale quesito. Adesso che ho scoperto il sistema per i riga e colanna dei dati strutturati sia nella componente di modello di calcolo (spreadsheet) sia nella modalità di (database), posso inventare un sistema che mi renda questo meccanismo legato di nuovo a informazioni di tipo grafiche? Ovvero, cosa succede se all’interno della matrice alfanumerica inserisco informazioni di tipo grafico? In questo caso otteniamo un insieme ibrido, un database grafico definito GIS – Geographical Information System.

Come faccio a fare un censimento in maniera computazionale?
Le entità da censire si definiscono RECORDs. Si creano delle categorie di records, dette FIELDs (campi). Tali categorie sono infinite, quindi occorre sceglierle sulla base di un criterio economico. Il database è formato quindi da Records (righe) e Fields (colonne). La ricerca è definita Query.
Un record è assimilabile al concetto di vettore. Attraverso l’utilizzo del GIS si possono ottenere infinite mappe tematizzate, ricavate dall’intreccio di diverse informazioni (differente dal sistema per layer, che è monocategoria)
Se fossi ai tempi di Leonardo, come farei a trasmettere a distanza dei dati “strutturati” (sia testuali che numerici) senza l’ausilio di fax o strumenti elettronici? Entra in gioco una nuova parola chiave: il modello. Il sistema di riferimento è quello di uno spreadsheet o foglio di calcolo, costituito da celle nelle quali è possibile inserire dati strutturati e fra le quali possiamo impostare una serie di operazioni.

Cosa intendiamo per modello?
Il modello è un apparato che individua delle variabili, e mettendole a sistema, è possibile prefigurare delle soluzioni. E’ possibile individuare quattro tipi di modelli decisionali che influenzano il progetto di architettura: oggettivo, prestazionale, strutturalista, diagrammatico.
Il modello oggettivo postula dei bisogni oggettivi e trova soluzioni oggettive. Ha carattere assertivo ed è dipendente dalla ricerca di uno standard per ogni cosa. Trova ripercussioni nella manualistica professionale (es. manuale Neufert).
Il modello prestazionale, introdotto dal matematico Christopher Alexander, a partire da una serie di risposte oggettive, le suddivide via via ad un livello sempre più basso per poi giungere ad una decisione il più possibile ottimale. Quindi si può parlare di soluzioni ottimali per bisogni ricorrenti.
Il modello strutturalista, sviluppato da John Habraken, a differenza dei modelli precedenti prevede un sistema gerarchico di scelte le quali ricadranno, in base al livello a cui appartengono, sulla configurazione strutturale (supports) o formale.
Il modello diagrammatico non prefigura una scelta, come per i casi precedenti, bensì un processo. Gli esiti dipenderanno da una serie di accidenti che intervengono come variabili per modificare il diagramma.