Ciclo IV

Masse, collisioni, traiettorie |  La creazione della tridimensionalità. Estrusioni, Rotazioni, Operazioni booleane

Fino ad ora ci si è mossi in un mondo a due dimensioni. Muoversi in tre dimensioni ha conseguenze che dal punto di vista grafico sono ricche di risvolti, ma anche dal punto di vista cognitivo ci apre un universo di ragionamenti, problemi e opportunità.
Ponendoci ai tempi di Leonardo, un mondo tridimensionale lo posso creare dando tre informazioni al punto (x,y e z ad esempio), creando di conseguenza una griglia a tre dimensioni dove gli elementi vettoriali bidimensionali appoggiati, adesso diventano galleggianti, collocati in uno spazio.
Nelle due dimensioni la costruzione equivale alla visione (la griglia che trasmetto viene vista in maniera identica alla mia dal ricevente), mentre nelle tre dimensioni ho bisogno di un altro formalismo, costruire un sistema che ci permette di oggettivizzare la visione.
Se ragionassimo sotto l’aspetto generativo e non più descrittivo, il punto è una posizione (non più un dato) che posso muovere.
Questo movimento è costruzione e due sono le le famiglie di operazioni fondamentali attraverso cui si può intervenire: l’estrusione e la rotazione. L’estrusione è lo spostamento lineare lungo un asse (se sposto il punto da A a B, creo una linea), mentre la rotazione è di tipo angolare.
La minima rotazione di un punto interconnesso per formare una struttura chiusa genera un triangolo, figura strutturalmente indeformabile ed  la minima superficie descrivibile (ogni figura in un mondo 3d la posso generare attraverso l’uso dei triangoli: mesh).
Come è stato già affermato nel mondo tridimensione esistono tre coordinate in cui ci sono gli elementi galleggianti, ma questa concezione non è sempre esistita (pensiamo ad esempio quando non era ancora stato inventato il sistema cartesiano, o l’algebra).
L’architettura è una reificazione, rappresentazione concreta di alcuni livelli di conoscenza e di interpretazione dello spazio e della scienza (lo spazio non è sempre uguale, non è sempre visto allo stesso modo). Questo assunto ci porta a ragionare sullo spazio e sulle sue dimensioni.
In una condizione originaria, pre-Big bang, immaginiamo un punto, quel punto non ha nè spazio nè tempo. Applicando uno spostamento otterremo insieme sia spazio che tempo. Immaginando di essere in una dimensione lineare, ci poniamo una domanda: qual è il modo di conoscere, di descrivere, di rappresentare questo mondo solo lineare? Il modo di conoscere può avvenire solo percorrendolo e  calcolando il tempo da un punto ad un altro (usando la vista tutto ci apparirebbe schiacciato in unico punto). E’ l'”intervallo” temporale che permette di descrivere questa condizione spaziale.
Il tempo pertanto diventa la prima dimensione conoscitiva e descrittiva dello spazio e la linea la minima entità spaziale. Ogni sistema di riferimento inferiore è contenuto da uno superiore ed ha un suo sistema spazio-tempo autonomo.
Poiché il nostro corpo è confinato in uno spazio a tre dimensioni per compiere salti logici-cognitivi da un sistema ad un altro abbiamo bisogno delle cosiddette protesi cognitive come ad esempio l’hyperlink: infiniti mondi a tre dimensioni coesistono in un ambiente iperdimensionale come la rete internet.
Se vettore, piano, pittura si possono abbinare alla figura di Eisenman, traiettoria, spazio, tridimensionalità, scultura fanno parte del campionario espressivo dell’architetto Frank O.Gehry.
La ricerca archittetonica di Gehry si può sintetizzare in cinque punti-fase:
1. Assemblare
Gehry guarda dove gli altri non vedono: il mondo dello scarto. Da un imprinting dovuto ad esperienze personali (da bambino passava molto tempo col nonno dal ferramenta), il progetto diventa un accostamento di elementi poveri, assemblandoli in maniera casuale, creando un cheapscape. (Casa di Los Angeles)
2. Spaziare
Lo stesso ragionamento dell’assemblaggio viene spostato sulla composizione degli spazi che diventano coreografici e assumono un’importanza quasi superiore ai volumi stessi: sono le relazioni a diventare importanti, le connessioni tra le varie parti.
3. Separare
L’idea dell’assemblare e dello spaziare si uniscono nel Museo Edgemar in Santa Monica, un intervento di mixité (lavoro, residenze, musero), dando vita all’idea di separare. L’edificio viene spezzettato in tre parti in modo da attrarre più gente possibile all’interno dove si sviluppa uno spazio-piazza in cui sono disposti una serie di elementi architettonici costruiti con materiali poveri.
4. Slanciare – Fondere
Una serie di riflessioni porta Gehry a domandarsi: e’ architettura? o scultura, o semplicemente fisica?
La risposta sta in Boccioni sia dal punto di vista pratico, nella scultura Muscoli e velocità, che teoricamente:”nessuna paura è più stupida di quella che ci fa temere di uscire dall’arte che conosciamo”. Lo spazio diventa spazio-sistema in cui linee forza si slanciano nell’atmosfera circostante, fino a collidere e a fondersi, in opposizione a quanto era stato fatto fino ad ora. (Auditorium Disney e Museo di Bilbao)
5. Liquefare
In questa fase si genera un nuovo rapporto tra materiali e volumi. In questo nuovo rapporto interno ed esterno si mescolano, la forma si scioglie, diventa fluido, si liquefa. (Sede della DG Bank)